Ma il rinnovamento proviene sovratutto dalla gente delle tribù delle vicinanze condotte dai trafficanti, Nuba, Denka, Bongo; inoltre Takruri, Fellata, ed altri immigranti dall’ovest, viaggianti per vendere le loro merci e ad un tempo per propagare la dottrina del Corano sulla strada delle città sante, si stabiliscono nel paese e, sposate figlie di Arabi, costituiscono nuove tribù. Un gran numero di Takruri vengono ad offrire temporariamente i loro servigi al tempo delle seminagioni e dei raccolti, e si fissano nel paese se vi sono bene accolti. Le isole del fiume Bianco, che del resto non sono considerate come appartenenti al Cordofan, sono quasi tutte abitate da Arabi: una di esse, la più vasta e la meglio coltivata, è quella di Abba, nella quale il Mahdi, Mohammed-Amed, rivelò la sua missione ai primi discepoli, e riportò sugli Egiziani, nel 1881, la sua prima vittoria.
I Nuba, che popolano il Giebel-Deyer, al sud del Cordofan, e dei quali si incontrano pure deboli avanzi in altri gruppi di montagne, hanno una lingua a parte, e non si saprebbe dire con certezza se siano parenti dei Nubiani, dai quali li separano il deserto ed altre popolazioni. Scacciati dalle pianure e sospinti ai monti, essi trascinano una vita precaria, considerati come bestie feroci e perseguitati come tali; il nome di Nubovi è sinonimo di schiavo nel Cordofan, ed è effettivamente alla condizione di schiavi che sono ridotti quelli che riescono a catturare; le loro piccole comunità repubblicane, non avendo potuto confederarsi solidamente, non oppongono alcuna resistenza ai nemici.
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