Il matrimonio temporaneo si usa in tutto il Cordofan: anche ad El-Obeid, l’uso del «quarto franco», che si attribuisce specialmente agli Hassanieh, si ritroverebbe in un gran numero di famiglie di altre popolazioni. La poliandria, regolata per ciascun marito da una compra parziale della donna, sarebbe una istituzione delle più comuni. Presso i Godiat della campagna, come presso gli Arabi Gioama, nessuno ha il diritto di maritarsi prima di presentare a suo fratello od a suo zio un bambino, figlio di padre sconosciuto(585), che servirà di schiavo al capo della famiglia. In altre tribù, la donna non appartiene che al più forte od al più impassibile. Al giorno segnato, i giovani che si disputano il possesso di una fanciulla, si radunano, armati dello staffile, davanti ai seniori ed alle donne, e quelli fra di essi che subiscono il maggior numero di colpi senza lamenti sono giudicati degni di riportare il premio. Altre volte, due rivali si stendono a terra, l’uno a destra, l’altro a sinistra di una fanciulla, e questa, i cui gomiti sono armati di coltelli acuti, appoggiasi con tutto il peso del suo corpo sulle nude coscie dei giovani. Quegli che con più galanteria subisce l’orribile ferita, diventa lo sposo fortunato, e la prima cura della donna è di medicare la piaga che essa ha fatto. Molte altre costumanze fanno prova dell’energia barbara di quegli «Arabi» del Cordofan e del Fôr. Spesso, quando un vecchio sente avvicinarsi la sua fine, si allontana dalla capanna senza neppure avvertire i suoi, fa le sue abluzioni religiose nella sabbia del deserto, scava una fossa, e, avviluppandosi nel suo lenzuolo, si distende, coi piedi rivolti alla Mecca.
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