Nel tempo stesso il prestigio degli Europei scadeva in modo singolare agli occhi degli indigeni, poichè il comandante delle truppe egiziane era un inglese, il generale Hicks, e la maggior parte dei suoi ufficiali erano stati distaccati dall’esercito britannico. Per tutto il bacino del Nilo si ripetè, di tribù in tribù, che l’Inghilterra era stata vinta dal Mahdi. Il cannone degli «Infedeli» aveva sparato invano contro i guerrieri inviati da Dio.
Le grandi strade delle carovane nel Cordofan erano or dianzi accompagnate dal filo del telegrafo, molto temuto dagli indigeni; parecchi di essi osavano appena parlare accanto ai fili, temendo che la loro voce fosse udita a Chartum od in Egitto(592). Al nord di El-Obeid, la città principale, situata sulla strada delle carovane, tra il Kordofan ed il gomito del Nilo, a Dabbeh, si trova Bara, fondata da mercanti danagla. Sotto la dominazione foriana, prima dell’invasione degli Egiziani, questo luogo di mercato fu assai prospero: allora, dice la tradizione, «tutte le donne di Bara, anche le più povere, avevano orecchini d’oro, braccialetti e anelli in oro ed in argento ai piedi. Nei pressi di Bara si diede, nel 1821, la battaglia che valse agli Egiziani il possesso del Cordofan, e fu vendicata, dopo il corso di due generazioni, dalla battaglia ancora più sanguinosa di Kachgil. Una delle tappe della strada tra Bara e Dabbeh è l’oasi di Kaimar o Cagimar, ove si trova un piccolo lago intermittente, pieno di acqua salina, ma i pozzi dei dintorni forniscono acqua dolce, quasi altrettanto buona quanto quella del Nilo.
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