Le acque che sgorgano sul versante nilotico si perdono esse pure nella pianura, meno che nella stagione del kharif, nella quale i ruscelli nati nella parte meridionale dei monti Marrah giungono ad ingrossare il Bahr-el-Arab. L’Uadi-Melek o Ued-el-Mek, vale a dire la «Valle reale», chiamata altresì Uadi-Massul, che si dirige verso il nord-est del Fôr, verso la gran curva del Nilo, contiene acqua anche fuori delle annate piovose, forse per dieci o quindici giorni; ma la corrente non va mai sino al Nilo, il suo sbocco essendo sbarrato da sabbie mobili. L’enorme letto fluviale, quasi sempre all’asciutto, potrebbe contenere una massa liquida eguale a quella del Rodano o del Reno; le sue secche argillose o calcari, qua e là attraversate da correnti di lava, stanno da 5 a 50 chilometri l’una dall’altra; e gli alberi si seguitano nel fondo come un nastro di verzura(595). La metà orientale del Fôr, appartenendo al bacino del Nilo, è la regione più importante dal punto di vista politico, probabilmente a causa dell’attrazione commerciale esercitata dalle città nilotiche, e naturalmente gli è in vicinanza dei monti, dove l’acqua sgorga con più abbondanza, che gli abitanti si affollano in numero maggiore. Sotto quest’aspetto, il Fôr riproduce il Cordofan, ma in più vasta proporzione; intorno ad una regione seminata di villaggi permanenti, si arrotonda la zona delle savane e del deserto. Un simile paese non potrebbe aver limiti precisi; sono campi, pozzi, boschetti di acacie, cespugli, ossari abbandonati che si mostrano allo straniero come luogo di passaggio da un paese all’altro.
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