La vena del minerale estratto attualmente si trova sulla riva destra del Bahr-el-Fertit, affluente del Bahr-el-Arab; uno scavo di 150 metri di lunghezza, di 15 metri di larghezza e di 5 metri di profondità media, fu compiuto dai cercatori di minerali: i pozzi della miniera, oggidì abbandonati, furono perforati in tutte le direzioni in un raggio di 500 metri attorno alla fossa(602). È principalmente in vista della conquista di quelle miniere di rame che il Chedive aveva fatto occupare il Dârfôr(603). Poche regioni furono causa di tante guerre fra le popolazioni africane quanto quei giacimenti minerari, oggigiorno senza valore.
Le pioggie e le acque degli uadi sono governate dal regime delle correnti atmosferiche, come avviene nel Cordofan; però parrebbe che la maggiore elevazione media e la più grande distesa di alture del Dârfôr abbiano per risultato di fermare al passaggio i venti piovosi, assicurando così al paese una irrigazione più abbondante. Verso il centro della regione montuosa, in un anfiteatro chiuso, dorme un lago che non fu ancora visitato da viaggiatori europei. Le pioggie sono più abbondanti nella regione occidentale del Dârfôr: inoltre la concavità della mezzaluna di montagne essendo rivolta all’ovest, i corsi d’acqua di quel versante hanno una direzione convergente che conduce al ramo maestro, l’Uadi-Azum, una massa liquida relativamente considerevole; pur tuttavia il letto del torrente è asciutto durante buona parte dell’anno. Sul versante convesso dei monti Marra, i corsi d’acqua, divergendo dall’est al sud, non riescono tutti a riunire il loro letto sabbioso in un sistema idrografico comune, e perdonsi isolati nel deserto; soltanto nel versante meridionale, dove le pioggie cadono più frequentemente, i fiumi hanno un corso più lungo e costituiscono veri bacini fluviali.
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