Ogni anno, o solamente ogni due o tre, secondo la situazione politica e lo stato dei mercati, i pellegrini takruri si organizzano in kafilah nel Dârfôr settentrionale, ed i mercanti di schiavi si associano loro per fare ad un tempo un’opera pia ed un traffico. La gran carovana comprendeva tal-volta migliaia di uomini e quindicimila cammelli. Cotesto mobile esercito, cui non osava urtarsi alcuna delle tribù predone della steppa, non si dirigeva punto verso Cartum e neppure verso il Nilo nubiano; guidato dalle stelle e dal sole e seguendo le antiche traccie, esso camminava di tappa in tappa per far acqua, nella direzione del nord, e giungeva soltanto al Nilo a Siut; come le carovane del Cordofan, esso aveva la sua strada particolare, i suoi pozzi e le sue oasi, e non arrischiava di avere a disputare il possesso dell’acqua sgorgante qua e là nel deserto; del resto esso stesso si frazionava in parecchie compagnie che si succedevano a più giorni di intervallo, per lasciare all’acqua il tempo di radunarsi nel fondo dei pozzi. Costrette ad affrettarsi, certe carovane compivano la strada in quarantacinque giorni, ma per solito si riposavano nei luoghi di tappa, nelle oasi, e non arrivavano nella valle del Nilo se non dopo un viaggio di due o tre mesi. Portando le preziose derrate dell’Africa centrale, avorio, penne di struzzo, gomma, tamarisco, pelli di belve, corna di rinoceronti, cui si aggiungevano schiavi, eunuchi, e persino la maggior parte dei cammelli della carovana, i mercanti si trattenevano circa sei mesi in Egitto per aspettarvi il ritorno dei pellegrini dalla Mecca, poi ripigliavano il cammino del Dârfôr, portando seco stoffe, perle, conterie, armi cesellate, oggetti di picciol peso, ma di molto valore, per i quali non avevano bisogno di un lungo convoglio di animali(620). All’epoca della spedizione francese in Egitto, il generale Bonaparte, volendo stringere relazioni col sultano del Dârfôr per mezzo della grande carovana, gli chiese l’invio, in cambio di merci, di «duemila schiavi neri, di più di sedici anni, forti e vigorosi».
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