Unica fra le città del Dârfôr, essa ha qualche casa in pietre, che fa testimonianza dell’influenza della civiltà lontana; quelle case appartengono ai mercanti o ai capi di carovane, e sono circondate da casupole simili a quelle che si incontrano in tutte le altre città, o borgate del paese; alla fine dello scorso secolo, Browne calcolava a 6,000 il numero dei suoi abitanti. Omscianga, situata a un dipresso a mezza strada da El-Fascer a El-Obeid, alla congiunzione della strada di Scecca, è pure una «gran città», abbondantemente provvista di acqua eccellente che le forniscono pozzi profondi ben 40 metri(621). Al sud-ovest di El-Fascer, in un’alta valle delle montagne, il borgo di Tora, Torra o Toran, che ha dato il suo nome al dâr centrale del Fôr, sarebbe pure considerato come una specie di capitale: colà si trovano le tombe regali. Dopo che gli Egiziani si sono impadroniti del paese, nuove città erano state fondate; la principale, come punto di arrivo delle carovane egiziane, è Fojè o Fogia. L’oasi di Homr-Bedr, ad un centinaio di chilometri al nord, non ha città permanenti, ma è il centro della popolazione degli Homr; spesso più di seimila persone e di cinquantamila cammelli si trovano riuniti nell’accampamento temporaneo(622).
Nella parte meridionale della provincia, Dara aveva pure dinanzi una specie di preminenza come residenza di un mudir egiziano e stazione di carovane tra Dem-Suleiman e El-Obeid: semplice gruppo di tokul, essa è posta presso la riva sinistra dell’Uadi-Amur, sul quale si trova egualmente, a un centinaio di chilometri a monte, il villaggio di Menovasci.
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