I Colonna del re Ramanem.
K Cisterna.
L Pozzi.
M Strada che riesce al mare.
N Altra strada che si dirige al mare.
O Strada di Tapimat.
Le roccie di grès della Nubia presentano le forme più diverse. Le une si innalzano come torri regolari, le altre a piramidi; ve n’hanno la cui parte centrale è sparita, e rassomigliano a vulcani bucati da un cratere. Formate di un grès quarzoso di densità differente, resistono più o meno nelle diverse parti: qui è il culmine che si sfascia, altrove la base, e il monticello s’incorona d’una tavola a piombo; molte roccie sono forate da aperture, a traverso le quali si vede passare la luce. I nomi stessi che i nomadi ed i conduttori delle carovane dànno alle roccie di grès, dimostrano la diversità delle loro forme; essi vi scorgono palazzi, animali, processioni di guerrieri. In grazia a quei fantastici profili, le carovane si orizzontano nel dedalo infinito delle tortuose breccie aperte fra le roccie. I colori diversi delle pietre le aiutano pure a ritrovare il loro cammino; uno strato ha una tinta che volge al verde, al giallo, al rosa od al turchino; un altro, nel quale domina la sabbia ferruginosa, è di un rosso splendido; geodi di diaspro, di calcedonia, di silice si scorgono sulle pareti. Ma a ciascun viaggio, la guida trova qualche cambiamento; le sabbie prodotte dalla disgregazione delle roccie si spostano, seguendo la direzione del vento, che solleva i grani in nebbia disopra delle creste, e le rovescia ora dall’una, ora dall’altra parte, formando pendii verticali che si uniscono con curve graziose alle sabbie più grosse della base.
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