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      Dune libere, alcune delle quali si elevano a 50 metri, camminano qua e là negli spazi piani: tutte sono in forma di mezzaluna, e volgono le loro corna verso il sud, sotto l’influenza del vento dominante, quello del nord(631).
     
      N. 82. — DESERTO DI KOROSKO. [vedi 082.png]
     
      Quasi tutte le roccie di grès e le dune sono affatto spoglie di vegetazione; non si vede che qualche arbusto sul declivio delle montagne cristalline, abbellite da coteste macchie verdeggianti. Sinora non si sono scoperti animali fossili nei grès del deserto di Korosko, ma soltanto alberi petrificati, come nella steppa di Baiuda, in Egitto ed, in molti altri paesi dell’Africa orientale; secondo Russegger, è posteriormente al periodo della creta che si sarebbero depositati cotesti grès nubiani. Uno dei prodotti geologici più bizzarri di quelle formazioni, consiste in pietre sferoidali, di ogni grandezza, rassomiglianti a palle, a biscaglini, a bombe; esse seminano il suolo in quantità così numerose, che i viaggiatori hanno fatto seriamente a Mohammed-Alì la proposta di approvvigionarne il parco di artiglieria. Queste bombe di pietra, simili a quelle che si vedono in Ungheria nelle montagne dei dintorni di Kolozvar, sono formate di strati concentrici di sabbie diversamente colorate, vuote all’interno, o non racchiudenti che sabbia mobile, e rivestite esternamente di uno strato ferruginoso molto duro; spesso l’equatore della pietra rotonda è segnato da una prominenza simile a quella che viene lasciata sulle bombe al loro punto di contatto(632). La grande strada delle carovane che attraversa il deserto di Nubia ad oriente del Nilo, da Abu-Hamed a Korosko, percorre uno spazio di circa 500 chilometri nel quale si succedono i luoghi più notevoli, e si offrono esempi di tutte le formazioni geologiche della contrada: è la regione alla quale si dà specialmente il nome di atmur, probabilmente di origine barbara, poichè nella lingua dei Tuareghi temura ha il senso di «territori, distese»(633). Dopo di avere ascesi alcuni monti a cupole di trachite, poi sorpassati larghi scoscendimenti di granito, la strada delle carovane serpeggia di breccia in breccia fra le colline di grès, e attraversa pure una pianura che, secondo gli Arabi, sarebbe un antico fondo lacustre, il Bahr-bela-ma, «fiume senz’acqua»; tuttavia nessun indizio permette di riconoscere in quel luogo il passaggio di acque correnti od il soggiorno di un lago; un solo pozzo, quello di Morad, fornisce un poco d’acqua dolce ai viaggiatori nella traversata dell’atmur.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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