Ma, da parte sua, il coltivatore utilizza la sabbia, mescolandola alla terra: l’abbondanza dell’acqua, della quale dispone, dà la misura dell’estensione dello spazio che egli può rendere produttivo.
La Nubia si divide in due zone climatiche, i cui confini, cambiando d’anno in anno, sono tracciati dal conflitto tra i venti del nord e quelli del sud. Durante l’estate, quando i raggi del sole cadono verticalmente sul suolo, fra l’equatore e il tropico settentrionale, i venti del sud vengono trascinati dietro al sole nell’emisfero del nord e portano seco nuvole cariche di pioggie; ma non oltrepassano il 17.° grado di latitudine: gli è verso il confluente dell’Atbara, estremo corso di acqua tributario del Nilo, che le ultime pioggie periodiche cadono nelle vallate; in questa regione dello spazio, la forza dei venti meridionali è neutralizzata da quella delle correnti aeree che soffiano dal nord. Le alternative della lotta dei venti spostano costantemente la zona di divisione: quando si attraversa il paese di Baiuda, in maggio od in giugno, si può assistere al conflitto dei venti: ora quello del sud ha la vittoria, ora quello del nord: si marcia fra due tempeste. Alla perfine, si stabilisce una corrente regolare, e, durante il giorno la corrente atmosferica si porta dal nord al sud, mentre durante la notte soffia in senso inverso. Al sud di questa zona d’equilibrio cadono le pioggie periodiche tanto più lunghe e più abbondanti quanto più si avvicinano all’equatore. Al nord, il terreno non è bagnato dalle pioggie d’estate, non riceve che rari temporali, ed anche queste pioggie irregolari mancano talora durante parecchi anni.
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