Neppure la palma deleb, che domina nella regione dei due Nili, s’incontra più al nord del confluente; la specie meridionale della palma, che è il vero dum, si avanza molto più lungi nella direzione dell’Egitto, ma il suo limite non oltrepassa di molto la strada da Berber a Suakin; al nord non cresce più allo stato spontaneo. L’argun, che si rinviene a boschetti in alcune profondità del deserto di Korosko, e che la maggior parte dei viaggiatori chiamano dum, è un’altra specie di ifena, rassomigliante del resto al dum per il particolare caratteristico dei rami biforcati(641); il gusto speciale del suo frutto dovrebbe meritargli il nome di albero del pan pepato(642). D’altra parte, il dattero, che è l’albero per eccellenza nella Nubia del nord, e che fornisce agli abitanti il nutrimento, i piuoli delle capanne, i graticci, i canestri, gli scanni, le stoffe grossolane, diventa raro nella Nubia meridionale, e gli ultimi si mostrano nei giardini di Chartum. I sicomori si trovano ancora per le vie di Dongola, dove il loro fogliame sempre verde forma un vivo contrasto colle muraglie grigie, ma verso il sud spariscono a poco a poco; lontano dal fiume, gli alberi dominanti sono le acacie e le mimose di specie diverse. Un albero chiamato ochas produce in abbondanza frutti ornati di pennacchi morbidi, di uno splendore mirabile e di una perfetta bianchezza; secondo Cuny, si tesserebbero bellissime stoffe in lana mista alle fibre dell’ochas(643). Gli alberi fruttiferi della zona mediterranea, vigne, aranci, limoni, non sono coltivati che nei giardini e producono frutti acerbi o senza sapore, che infracidiscono prima di aver maturato.
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