Ivi il fiume, cessando di scorrere al nord-est, si ripiega bruscamente verso il sud-ovest per descrivere una gran curva, che va a finire 400 chilometri più al nord; allo scopo di evitare il giro enorme, i mercanti devono lasciare il Nilo e seguitare, durante sette od otto giorni, le vie del deserto attraverso le roccie e le sabbie. Un’isola estesissima, Mograt, allarga la valle del Nilo al sud di Abù-Hamed, e dà a quel mercato i terreni coltivabili più estesi ancora di tutti quelli dei villaggi della Nubia. Tuttavia il porto al quale vengono ad imbarcarsi od a sbarcare i mercanti di Korosko, non è che un gruppo di povere capanne, abitato dai conduttori di cammelli e dai pescatori. Gli è vero che in quel paese le carovane non hanno bisogno di magazzini per depositarvi le loro derrate: essi depongono le loro balle nelle sabbie sotto la protezione del tempietto consacrato al santo Abù-Hamed, e quando ritorneranno, dopo mesi o dopo anni, troveranno la loro proprietà come l’hanno lasciata, all’ombra della tomba rispettata(664).
Alcune rovine si trovano sulla riva del Nilo, tra Abù-Hamed e la quarta cateratta, ma gli è a valle di quelle rapide che si scorgono i più notevoli avanzi antichi dell’alta Nubia, dopo quelli di Meroe. Il villaggio che si trova abbandonato in quella parte della valle, Maraui, porta un nome che pare derivi da quello dell’antica capitale; tuttavia gli archeologi, appoggiandosi ai testi degli autori, non dubitano punto che Maraui non sia la Napata d’Erodoto; le iscrizioni decifrate sono unanimi a tale proposito.
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