Là dove la striscia di alluvione non ha che uno o due metri di larghezza, si seminano ordinariamente fagiuoli o lenticchie; se l’orlo di terra coltivabile è meno stretto, se ne fa un campo di durra; più largo ancora, porta qualche palma, sotto la quale si rifugia una capanna(671). Mura di antichi campi trincierati e torri di fortilizi si innalzano sulle creste delle roccie vicine. Testimoni di un regime feudale che rassomigliava a quello dell’Europa, i castelli della Nubia sono poco differenti da quelli del Reno; salvo che le mura merlate e torri di Botn el-Hagar sono costruite in mattoni crudi, e le pareti, leggermente inclinate, sono più larghe alla base che alla sommità; tutte le torri sono coniche(672). Una delle sorgenti termali che sgorgano in queste gole sulle rive del Nilo, è molto frequentata dagli ammalati dei dintorni, ma soltanto durante la stagione delle basse acque, perchè la spiaggia della sorgente viene coperta dalle inondazioni. Varie fontane zampillano pure nelle sabbie, ma tuttavia si può domandare se la maggior parte di esse siano piuttosto fili d’acqua che ritornano al fiume, dopo essersi infiltrati sotterra durante le piene.
A Semnè, uno dei rari villaggi disseminati nel «Ventre delle Pietre», due fortezze egiziane della dodicesima dinastia si guardano dall’alto della loro costiera dall’una all’altra riva del fiume. Durante le inondazioni, il largo bacino del Nilo è interamente riempito dalle acque; ma, durante il periodo delle siccità, le roccie di granito, nere e lucenti, tutte perforate, rotte da cupe fessure, occupano quasi tutto lo spazio compreso fra le due rive: non resta più che uno stretto canale di circa trenta metri di larghezza, nel quale una massa liquida di più centinaia di metri per secondo fugge spumeggiando; niuna parte del Nilo offre un aspetto più grandioso.
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