La stessa apertura del canale di Suez, ha rimesso l’Egitto a mezza via dall’America e dall’Australia. Gli è a giusta ragione che gli antichi Egiziani davano al loro paese il nome di cuore nel gran corpo terrestre(676). Una delle etimologie dell’antico nome di Memfi gli dà il senso di «Centro del Mondo»(677).
Nella storia, il popolo che abita le rive del Nilo inferiore ebbe una parte corrispondente alla situazione geografica del paese. L’Egitto ci appare primo negli annali della civiltà. Esisteva di già come nazione civile, che possedeva la coscienza di sè stessa, allorquando Babele e Ninive non erano ancora fondate, e l’Europa intiera era sempre senza istoria, allo stato selvaggio. Gli abitanti dell’Asia Minore e dell’Ellade, che dovevano essere gli educatori e gli incantatori delle nazioni venuti loro in appresso, erano trogloditi e uomini dei boschi, che s’armavano contro le bestie feroci di mazze e di selci appuntate, quando i loro contemporanei dell’Egitto possedevano già il loro tesoro di osservazioni astronomiche, la scienza dei numeri e della geometria, un’architettura sapiente, tutte le arti e pressochè tutti i mestieri dei nostri giorni, tutti i giuochi che divertono la nostra infanzia, o servono a riposarci dei nostri lavori nell’età matura. Nei papiri, nei bassorilievi dei monumenti dell’alto Egitto, noi troviamo le origini della nostra scienza, e tanti precetti di morale che sono ripetuti ancora dalla «saggezza delle nazioni», tanti dogmi sempre proclamati dalle religioni esistenti, leggonsi nella loro prima forma nei documenti che ci hanno rivelato le tombe di Tebe e di Abido.
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