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      Sia comunque, devesi sperare, che altre scoperte ci faranno risalire il corso della età e fisseranno alle origini della storia date positive alle quali si riattaccherà la cronologia fluttuante degli avvenimenti più antichi che si siano conservati nella memoria umana. La stessa necessità che ha fatto adottare una misura comune degli spazi terrestri, il metro, e che fa discutere ora l’uso di un meridiano comune, rende del pari indispensabile la ricerca di un’êra comune per istabilire la concordanza degli avvenimenti nei diversi paesi. Presto o tardi, quando gli scienziati cercheranno di sostituire colla numerazione degli anni il bizzarro metodo, che prevale attualmente nell’Europa cristiana, di dividere la storia in due êre, nella prima delle quali anni e secoli si contano a ritroso, è molto probabile che troveranno negli annali egiziani il primo punto fisso fra la notte dei tempi vagamente intravisti e la chiarezza della storia.
      È così antica la civiltà dell’Egitto, che a molti riguardi non la si conosce che per la sua decadenza; gli annali ci mostrano la popolazione delle rive del Nilo sempre soggetta e, per conseguenza, sotto un regime che doveva avvilirla, sopprimerne lo slancio individuale e l’iniziativa, sostituire alla vita naturale la regola, mettere formule in luogo di idee. Ma un popolo non può svilupparsi ed accrescere il suo patrimonio scientifico che in proporzione della sua libertà: ciò che un padrone fa prodigare in un giorno per la sua gloria, è stato laboriosamente acquistato da uomini liberi, o che almeno godevano ad intervalli quel riposo nella servitù che procurano le lotte fra le città ed i cambiamenti di padrone.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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