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      Gli è dunque per un periodo di autonomia, di indipendenza relativa che devono essere passati gli Egiziani, perchè abbiano potuto acquistare le materiali risorse e la scienza della quale fanno testimonianza i monumenti che ci hanno lasciato. La costruzione delle grandi piramidi, che tanti scultori hanno celebrato come una prova dell’alta civiltà degli Egiziani, dimostra infatti che prima di cotest’epoca la popolazione aveva fatti progressi considerevoli nelle scienze e nelle arti; ma già, in quei tempi a noi anteriori di cinquanta secoli, il popolo era decaduto. Come diceva Herder, può immaginarsi lo stato di profonda miseria, il grado di avvilimento nei quali doveva essere caduta la massa della popolazione, perchè fosse possibile di impiegarla alla costruzione di simili tombe? Trista civiltà, che impiegava migliaia di uomini per tanti anni a trasportare macigni! Il servaggio dell’Egitto, che gli scultori Ebrei attribuiscono a Giuseppe(681), doveva essere un fatto compiuto da lungo tempo, perchè i re ed i sacerdoti potessero adoperare il popolo a una simile fatica; terra ed uomini erano diventati di già la proprietà dei Faraoni; al disotto del padrone, le popolazioni non erano più che un gregge.
      Come il Nilo, anche la civiltà egiziana nasconde la sua sorgente in regioni sinora sconosciute(682), e al di là di quel re Menete, che gli annali dicono essere stato il fondatore dell’impero, i geroglifici ci mostrano Hor-Sciesi o «servitori di Horus», lavoranti essi pure ad innalzare monumenti sul suolo d’Egitto, secondo i piani tracciati su pelli di gazzelle(683). Quale era allora lo stato sociale delle popolazioni delle rive del Nilo?


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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