Ufficialmente, l’Inghilterra non intervenne che come consigliera per rendere un servizio al sovrano; in realtà i suoi inviati sono assai vicini ad essere padroni assoluti. Essi formulano i trattati, dichiarano la guerra e concludono la pace, distribuiscono le cariche e le pensioni, dettano le sentenze ai magistrati e non scompaiono dietro i funzionari egiziani se non per la firma dei ruoli delle imposte e per tutti gli altri atti dei quali non conviene loro di rimanere responsabili.
Può dirsi che il bacino del Nilo, coi suoi quaranta milioni d’abitanti, sia diventato attualmente, per un tempo più o meno lungo, parte dell’immenso impero britannico. Benchè i generali inglesi abbiano pochi eserciti a loro disposizione, i mercenari d’ogni razza non mancheranno loro per ultimare la conquista, incominciata testè, per conto del kedive e del sultano, dai Munzinger, dai Baker, dai Gordon, dai Gessi, dagli Stone, dai Prout. Tuttavia le difficoltà militari dell’annessione non sono le sole. Dovessero anche le altre potenze europee aiutare la Gran Bretagna a consolidare il suo potere in Egitto, questa autorità non si appoggerebbe, come nella maggior parte delle altre colonie inglesi, sul concorso di una popolazione di origine britannica. Quelli tra gli stranieri domiciliati nel paese che dispongono di risorse finanziarie, che fondano le industrie, scrivono i giornali, dirigono l’opinione pubblica, sono in massima parte Europei del continente, Italiani, Francesi, Greci, Austriaci, gli interessi ed i voti dei quali sono in opposizione a quelli degli Inglesi.
| |
Inghilterra Nilo Munzinger Baker Gordon Gessi Stone Prout Gran Bretagna Egitto Europei Italiani Francesi Greci Austriaci Inglesi
|