È possibile che l’Egitto sia meno popolato che non fosse all’epoca della sua più grande potenza, ma le borgate ed i villaggi furono sempre numerosi sulle sponde del Nilo: essi si toccano lunghesso le rive come ai tempi di Erodoto. Comparativamente alla superficie del terreno coltivabile, l’Egitto è uno dei paesi del mondo dove la popolazione è più fitta. Infatti, il vero Egitto si compone unicamente di terreni bassi che possono essere sottomessi all’azione delle acque: gli spazi pietrosi o sabbiosi che si stendono al di fuori della valle fluviale fanno parte della Libia o dell’«Arabia». Lo stretto orlo del «filo d’oro» e delle sue «frangie» nel delta, ecco tutto il paese dei fellahini; di là da quei limiti, alcune oasi all’ovest e, nelle montagne dell’est, alcuni magri pascoli, sono i soli luoghi abitabili(687); il triangolo del delta e la valle tortuosa del fiume che un pedone traversa facilmente in qualche ora, purchè trovi un battello da attraversare il Nilo, ecco tutto il paese, come Amru lo scriveva al califfo Omar: «Un arido deserto ed una campagna magnifica fra due baluardi di montagne, ecco l’Egitto». Ufficialmente l’Egitto avrebbe una superficie di più di un milione di chilometri quadrati, senza comprendervi i possedimenti asiatici o d’oltre il canale, ma aggiungendovi tutta la regione nilotica tra Assuan e Uadi-Halfa. Per questo immenso spazio, la popolazione di 6,800,000 abitanti, secondo il censimento nel 1882, sarebbe ben debole, minore che non sia, in proporzione del territorio, quella della penisola Scandinava; ma l’Egitto abitabile, che può paragonarsi per le forme ad un cervo volante triangolare, munito di una lunga coda tortuosa, non ha neppure 30,000 chilometri quadrati, ciò che dà al paese una densità di popolazione tripla di quella della Francia, superiore persino a quella del Belgio e della Sassonia.
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