Gli abitanti delle rive assistono al sorgere di queste nuove roccie analoghe alle «muraglie del buon Dio» delle Antille, e, al modo stesso che sulle coste della penisola arabica, si osserva sulla costa egiziana un movimento graduale di emergenza della sponda, prodotta sia dalla spinta verticale del suolo, sia dall’abbassarsi delle acque. Nel suo insieme, la costa orientale è più sana, meno ostrutta dai coralli della costa occidentale; il mare è più profondo presso la riva ed i buoni porti sono più numerosi.
All’ovest dei graniti, degli schisti, dei porfidi della catena litoranea, il rivestimento del nucleo cristallino si compone, come all’est, di calcari e di grès. Nella parte meridionale si innalza un gruppo insulare di grès come quelli della Nubia, del Cordofan, del Senar. Al Gebel-Silsileh sovratutto, tra Assuan ed Esneh, questa pietra, di grano molto fine, e divisibile in massi regolari come si richiedono per i grandi edifici, è rotto da vaste cave, dalle quali si trassero i materiali per la costruzione di migliaia di templi; i vuoti prodotti nelle roccie della riva destra hanno qualche cosa di spaventevole per le loro prodigiose dimensioni; secondo Carlo Blanc, almeno una metà dei monumenti egiziani sarebbe uscita da quelle montagne. Le cave della riva occidentale, meno estese, sono più degne di nota dal punto di vista dell’arte, perchè racchiudono parecchi templi scavati nella roccia, grotte funerarie, statue; appena aperte, le cave erano state trasformate in tombe. Nella parte settentrionale dei monti «arabici» i grès sono costituiti da calcari di diverse età, gli uni del periodo cretaceo, gli altri degli strati oceanici; sono principalmente le roccie cretacee che s’ergono a picco, sopra la riva destra del Nilo, e presentano le forme più pittoresche coi loro filari di aspetto monumentale, separati da semplici fessure o da cupi burroni e sormontati da piramidi e da torri.
| |
Dio Antille Nubia Cordofan Senar Gebel-Silsileh Assuan Esneh Carlo Blanc Nilo
|