Queste sabbie quarzose sono certamente di provenienza straniera, poichè l’altipiano del deserto non offre che roccie calcari ed argille; i venti, e in precedenza i venti marini, hanno portato dalle montagne lontane quei frantumi di roccie primitive. Passando e ripassando continuamente sul suolo, le sabbie lo hanno notevolmente levigato; in certi luoghi la roccia ha lo splendore del marmo lavorato. Tutte le pietre sparse sembrano verniciate dalla sabbia che spunta i loro angoli e addolcisce le loro asperità; taluno di quei massi è così brillante che fu dai viaggiatori scambiato per ossidiana vulcanica. Il geologo Zittel pensa che l’incessante fregamento delle sabbie abbia per conseguenza di modificare chimicamente la struttura intima delle pietre, poichè si trova un gran numero di silici che contengono al centro un masso di calcare nummolitico; gli è dunque dall’esterno all’interno che la pietra si è trasformata: e quale potrebbe essere la causa di quel fenomeno, se non il passaggio continuo dei grani di sabbia sulla superficie delle pietre ? Fra le miriadi di nummoliti che ricoprono il suolo in fitti strati, tutti quelli della superficie, costantemente sfregati dalle molecole arenarie sono intieramente cambiati in silice e prendono un aspetto azzurrognolo e quasi metallico, mentre i nummoliti del fondo, sottratti allo sfregamento ed alla luce, restano bianchi e conservano le loro formazioni calcaree(693).
Qualunque esse siano le forze chimiche alle quali i nummoliti devono la loro trasformazione silicea, essi non si mantengono intatti dopo essersi formati.
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Zittel
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