E neppure a correnti fluviali come quelle del Nilo puossi attribuire in verun modo il trasporto di questi tronchi di albero, poichè non sono accompagnati da nessuna alluvione. È nel luogo o almeno nella immediata vicinanza del luogo dove sono cresciuti primitivamente, che trovansi queste sterculiacee del bacino nilotico. L’opinione più accreditata presso i geologi è che le fibre vegetali si siano man mano cambiate in silice sotto l’azione d’acque termali, come ne sgorgano in diverse parti dell’Egitto, specialmente nelle oasi; saturi di queste acque, i tronchi rovesciati si saranno a poco a poco cambiati in pietre, come si cambiano in torba nelle paludi delle contrade umide del nord. È vero che le petrificazioni di erbe e di alberi, che si producono sotto i nostri occhi, intorno ai geyser dell’Islanda e del Montana, sono diverse da quelle dei deserti egiziani nella loro apparenza e nel modo di formazione: là il legno si cambia non in grani di quarzo, ma in silice amorfo. Accanto alla «foresta petrificata» del Cairo, si osserva una collina di grès in forma di cupola, il Gebel-el-Ahmar, o «Monte Rosso», che i cavapietre vuotano all’interno grazie alla facilità del lavoro nei profondi strati. Questa collina sabbiosa, eretta in mezzo a calcari nummoliti, non potrebbe essere stata rigettata da un antico geyser, e l’azione delle acque sgorganti non potrebbe essa aver preservati gli alberi della pianura vicina, boscosa a quell’epoca? (698)
All’ovest dell’Egitto, come pure della Nubia, una catena di oasi si sviluppa in curva pressochè parallela al corso del Nilo.
| |
Nilo Egitto Islanda Montana Cairo Gebel-el-Ahmar Rosso Egitto Nubia Nilo
|