Non lunge dal Sittra evvi un’oasi abbandonata, el-Aragi, della quale le sabbie si impadroniscono a poco a poco: già la cinta esterna degli alberi è parzialmente sepolta; i pozzi, al fondo dei quali non si trova più che un’acqua rara e salata, sono a mezzo ripieni, la vegetazione muore, e ben presto non rimarrà più nella pianura altro segno del soggiorno dell’uomo che le tombe di stile egiziano scavate nella roccia vicina.
L’oasi di Siuah, dove parlava l’oracolo di Ammone, che Alessandro il Grande venne a interrogare, rivaleggia in bellezza coll’oasi di Dakhel, quantunque le colline calcari formanti cinture non possano essere paragonate alle pittoresche scogliere di Bab-el-Cailliaud; ma sono di un aspetto appena bizzarro; in certi luoghi le roccie dell’altipiano libico finiscono a gradinate, a pareti orizzontali e di altezza uniforme, come i peristilii di un palazzo; il colore delle pietre in contrasto colla bianca sabbia che ricopre i gradini,
N. 86. — CATENA DELLE OASI AD OCCIDENTE DELL’EGITTO. [vedi 086.png]
contribuisce alla stranezza dello spettacolo(699). Nell’avvallamento limitato da questi dirupi a gradinate, le rupi diroccate s’ergono sino all’altezza degli altipiani onde facevano un tempo parte; si innalzano ad isole frammezzo alle coltivazioni ed ai boschetti di palme, le une coronate di edifici, le altre tagliate a torri ed a mura, aventi l’apparenza di fortezze. I laghi azzurri disseminati per le pianure verdeggianti, dànno all’oasi di Giove Ammone l’aspetto di un luogo di delizie: tuttavia il gusto salato delle acque ed i miasmi che esala il limo nel contorno dei sebka moderano ben presto l’ammirazione del viaggiatore.
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