L’inverno è la stagione delle pioggie, ma l’umidità che essa reca è di rado considerevole, quantunque nel basso delta impedisca frequentemente le comunicazioni; la minima ondata cambia le sponde dei canali, che sono le sole strade, in una fanghiglia perfida e sdrucciolevole. Anche ad Alessandria, bagnata dalle nuvole piovane alimentate dal Mediterraneo, la media delle pioggie annue è solo di 175 millimetri secondo Russegger, di 200 secondo osservazioni più recenti, il terzo della quantità di umidità che riceve Parigi, il quinto della media francese(715). Al Cairo, dove le nuvole del mare arrivano molto alleggerite, le pioggie annuali sono ancora minori, di 34 millimetri: la cinquantesima parte di quel che cade a Scierra-Pongi, nell’India inglese. Gli antichi Egiziani si chiamavano gli abitanti della «Regione Pura»(716); ma il cielo è coperto disopra del Cairo durante più di un quarto dell’annata(717), e talvolta gli acquazzoni furono così impetuosi da cagionare inondazioni temporanee nelle vie: nel 1824 e nel 1843 parecchie case furono rovesciate dell’irruenza delle acque(718). Al sud del delta, nei due deserti, arabico e libico, le pioggie sono più rare ancora; però non sono punto ignote come si è sovente asserito; Cailliaud nell’oasi di Siuah, Rohlfs all’ovest di Dakhel, hanno dovuto subire violenti temporali. Nel deserto «arabico», le pioggie repentine hanno portato via il villaggio di Desam, vicino ad Atfieh, e lo si dovette ricostruire fuori dell’uadi. Ma accadde altresì che mancassero del tutto le pioggie: sei anni sono trascorsi senza che cadesse una goccia di pioggia fra Kosseir e Keneh; ogni traccia d’erba era scomparsa nelle valli; fra gli alberi, l’acacia sola aveva resistito, insensibile alla siccità che la circondava(719). Ma le cisterne le quali ricevono l’acqua piovana nell’antica strada da Coptos a Berenice, provano a sufficienza che pioveva in quelle regioni(720). In certi punti si trovano cisterne naturali, fori che screpolature sotterranee hanno formato nelle roccie nummolitiche e nelle quali l’acqua si raduna su di un fondo impermeabile di strati silicei(721). Questi mgheta, assai differenti dalle sorgenti superficiali, chiamate di solito el ain, hanno quasi sempre acqua eccellente, e gli Arabi dei dintorni cercano di nasconderne l’esistenza agli Europei.
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