Per minima che essa sia, l’umidità dell’inverno basta ordinariamente per dare alla vegetazione, anche senza il soccorso dell’inaffiamento, una apparenza di freschezza e di vita che le manca durante l’estate: a questo riguardo l’inverno di Egitto contrasta stranamente con quello dell’Europa temperata. Però le pioggie non rappresentano nel delta che una parte dell’umidità caduta; le rugiade notturne sono abbastanza abbondanti, specialmente coi venti di mare, per bagnare regolarmente i tetti ed i balconi di Alessandria; ma, a mano a mano che si va lungi dal mare, si vedono le proporzioni della rugiada diminuire, e nei deserti nubici se ne depone pochissima in vicinanza del fiume. In mezzo alle solitudini egiziane, là dove le rupi e le bianche sabbie consentono che il calore del giorno irraggi la notte negli spazi, spesso accade che la rugiada si congeli al mattino; levandosi, il sole, che poche ore dopo avrà dato al terreno una temperatura di più di venti gradi, comincia per fondere il leggero strato di nevischio che ricopre il deserto; anche nei paesi coltivati talvolta gelano le piante(722). Il signor Maspero ha raccolto un ghiacciuolo fra Edfu ed Esneh. Le variazioni di caldo e di freddo, minori che nella Nubia, sono però molto forti nell’alto Egitto; esse crescono gradualmente dal nord al sud, dalla linea isotermica di 20 a quella di 25 gradi.
N. 88. — LINEE ISOTERMICHE E PIOGGIE DELL’EGITTO. [vedi 088.png]
L’Egitto è uno di quei paesi dove il clima deve avere maggiormente mutato dall’epoca storica in poi.
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