I Cofti, fra tutti, devono essere considerati come immacolati; si dą loro ancora il nome di «Popolo di Farun», cioč di «Faraone»(742). Č vero che sotto il regno dei Tolomei, ed in seguito all’epoca romana, essi si sono dovuti mescolare coi loro vicini delle rive del Mediterraneo; ma dal giorno in cui furono conquistati dai maomettani, or fanno ormai dodici secoli, l’odio religioso ha tenuto quei cristiani in disparte dai loro invasori, ed il tipo nazionale si č meglio conservato presso di loro che presso tutti gli altri Egiziani. Essi sono assai pił numerosi di quel che si credeva testč; secondo il patriarca di Alessandria, consultato in proposito da Vansleb, nel 1671, v’erano a quell’epoca dieci od al pił quindicimila Cofti(743); di recente si calcolavano a 150,000, eppure il censimento del 1882 ne conta pił di 400,000, ovvero la quarta parte della popolazione; i Cofti hanno pił di tutti il diritto di dirsi Egiziani. Lo stesso loro nome, Cofti o Kubt, pare non sia che una correzione dell’antico nome di Menfi, Hā-ka Ptah, «Casa di Ptah», del quale i Greci hanno fatto la parola Aiguptos, applicata ad un tempo al fiume ed al paese(744); ma questo nome di Cofti č esso pure derivato dal nome di Guft o Coptos, cittą dove essi sono ancora molto numerosi; la distruzione della cittą cristiana, fatta da Diocleziano, č il punto di partenza dell’źra cofta. I Cofti abitano specialmente l’alto Egitto intorno ad Assiut, la «capitale cofta», ed il Fayum, dove posseggono interi villaggi; in certi luoghi hanno preso a dimora conventi mezzo fortificati, der o deir, dove tutti i primi abitanti facevano voto di celibato.
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