Ma se la religione di Maometto non ha trionfato su quella del Cristo, l’idioma degli Arabi ha finito per avere la prevalenza in Egitto; quella lingua cofta, che permise di decifrare i geroglifici, ricostituendo l’egiziano dei Faraoni, dal quale essa non è molto diversa, ora non si parla più in nessun luogo. La maggior parte dei Cofti non imparano la loro antica lingua, che per recitare le preghiere, delle quali non sempre comprendono il senso(745). Anche i libri religiosi sono scritti in arabo. Il cofto ha pure un alfabeto composto di lettere greche, alle quali furono aggiunti alcuni segni presi ad imprestito dalle forme corsive dell’antica scrittura nazionale. Il primo documento della lingua cofta data dalla metà del terzo secolo dell’êra volgare; al decimo secolo il cofto era ancora parlato comunemente da tutti gli Egiziani, eccettuati i conquistatori(746). Dopo il XVII secolo, l’arabo è l’idioma generale in tutto l’Egitto; ma un gran numero di parole egiziane è ancora in uso nella lingua paesana. I Cofti hanno conservato antiche pratiche, certo di molto anteriori all’invasione della religione straniera. Per esempio, essi costruiscono le loro tombe a forma di case, ed ogni anno ciascuna famiglia si raccoglie nel mausoleo per un banchetto funebre. Uno dei nomi di battesimo che si dà frequentemente è quello di Menade, che ricorda Mena o Menes, il fondatore vero o apocrifo della prima dinastia egiziana.
TIPI EGIZIANI. — BASSO-RILIEVO DELLA TOMBA DELLO SCEICCO ABD-EL-GURNA A TEBE. Eliografia di Dujardin, da una fotografia del signor D. Héron.
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