Da un mezzo secolo in qua, la tolleranza religiosa ha fatto grandi progressi in Egitto; quale si sia il fervore dei più ardenti santoni, nessuno di essi si presentò per combattere gli Inglesi, finchè la «guerra santa» non fu proclamata, ed anche allora nessuno dei rari volontari, che entrarono nei ranghi, era originario del basso Egitto(769). Per quanto siano orgogliosi di appartenere al popolo degli eletti, i musulmani egiziani non hanno più il diritto di disprezzare gli uomini stranieri alla loro fede, poichè essi non osano combatterli, e questi stranieri si presentano con tutte le apparenze della superiorità intellettuale con tutte le risorse della forza materiale. Tuttavia gli è precisamente nei confini del territorio egiziano che si trova il centro della propaganda ostile ai cristiani. La terribile confraternita musulmana del Mahdi o «Guida», Sidi Mohammed Ben Ali es-Senusi, ha il suo convento metropolitano a Serhbub o Giarabud, nell’oasi di Faredga(770); ma la «Guida» stessa, dicono, alleata a colui che ha sollevato le tribù arabe del Cordofan e dell’alto Nilo, è un algerino, e dalla Mauritania vengono quasi tutti i fedeli che l’attorniano. Egli ha scelto quel luogo, perchè offre a un tempo due preziosi vantaggi: una situazione quasi centrale per la propaganda nel mondo musulmano e la sua lontananza da ogni posto militare o commerciale occupato dagli Europei. Egli ha potuto proseguire quasi segretamente l’opera sua durante una ventina d’anni, senza che una sola minaccia di intervento contrariasse i suoi sforzi.
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