Lo scorso secolo l’Egitto intero era irrigato soltanto da bacini successivi scaglionati sulle due rive del fiume e che ricevevano le loro acque dai canali nili(775); più di tre quarti delle campagne dell’alto Egitto sono ancora sottomesse a quel sistema di approvvigionamento con bacini. I canali sefi, vale a dire d’«estate», tutti d’origine moderna, sono scavati disopra del livello medio delle magre, da otto a nove metri sotto il livello del suolo, in modo che l’acqua vi penetra in piena stagione di siccità; nella regione dell’alto Egitto si tracciano parallelamente al fiume, seguendo una lievissima pendenza, in modo da farli raggiungere ben presto il livello delle terre da irrigare. Nel basso Egitto, dove il sistema dei bacini d’irrigazione è completamente scomparso, i canali sefi rimangono dovunque al disotto delle terre, ed è con pompe a vapore, sakieh o sciaduf, che vi si fa innalzare l’acqua di irrigazione. Uno di questi canali sefi è il famoso canale Mahmudieh che prende l’acqua dal Nilo per irrigarne la campagna dalle rive del deserto fino ad Alessandria, e che è nel tempo stesso una gran via di navigazione; ma, in parte riempito di fango, non ha più abbastanza profondità perchè la corrente vi si stabilisca regolarmente, e macchine a vapore stabilite ad Atfeh, sul ramo di Rosetta, devono supplirvi per riempire il canale. Anche il ramo di Damietta alimenta numerosi canali d’estate, grazie alla sua altezza relativa disopra delle campagne del delta.
CANALE SEFI DERIVATO DAL BAHR-YUSEF, A FIDEMIN EL-FAYUN. Disegno di A. de Bar, da una fotografia del signor D. Héron.
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