N. 98. — ROVINE DI TEBE. [vedi 098.png]
A valle di Edfu si apre, all’est, una gola dalla quale scendevano i predoni Herucia, antenati degli Ababdeh. Avevano costruito larghi bastioni attraverso le gole ed una fortezza ne dominava l’entrata. Il villaggio di El-Kab succedette a questa piazza forte, la Nekhab degli antichi Egiziani, l’Eiletia dei Greci. Fra le numerose grotte funerarie scavate nelle roccie vicine, havvene una, dove sono rappresentate le vittorie di Amete o Amosis sui re Pastori e sulle tribù dell’Etiopia.
Più in basso, la valle del Nilo si allarga, e la moderna Esneh, la Latopolis dei Greci, conserva tuttora il suo nome primitivo di Sni, e si prolunga sulla riva destra fra i campi ed i giardini. Esneh, capoluogo di provincia e centro industriale, ove si fabbricano stoffe di cotone turchino, scialli, brocche ed altro vasellame, è una delle città commerciali dell’alto Egitto; le piantagioni di canne di zucchero occupano una parte della pianura, alcune palme dum vi si scorgono ancora; ma più in basso, lunghesso il fiume, non si vedono datteri. La popolazione di Esneh è molto mista: ai Cofti cristiani ed ai fellahini musulmani si aggiunge la gente delle oasi, i Nubi, i Bedgia di diverse tribù; ad Esneh le almee del Cairo erano state esiliate da Mohammed-Ali, ed in questa città sono ancora in maggior numero. L’antico tempio di Sni, consacrato a Kneph, «l’anima del mondo», fu in parte disotterrato, nel 1842, dagli ammassi di macerie e dalle sabbie che lo coprivano, ma esso rassomiglia più ad un santuario di catacombe che ad un edificio fabbricato in piena luce, ed è artisticamente assai inferiore a quello di Edfu.
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