Per lo spazio di tremila anni, dalla dodicesima dinastia fino agli ultimi Tolomei, i templi si aggiunsero ai templi, sopra quel suolo sacro. Dovunque si trovano meravigliosi lavori, ma la gloria del vasto museo architettonico è la sala delle Colonne o sala «ipostile» costruita sotto il regno di Seti I; è la più grande dell’Egitto, quella il cui aspetto più colpisce ed il cui ricordo si presenta sempre alla memoria quando si volge il pensiero ai capolavori del genio umano. Il soffitto della sala, la quale non ha meno di 23 metri di altezza nella navata di mezzo, riposa sopra 134 colonne, che hanno fino a 10 metri di circonferenza nella fila centrale; tutte sono ornate di bassorilievi e di pitture, al pari delle pareti; fra i bassorilievi della sala ve ne sono della più alta importanza storica, rappresentanti la vittoria dei Faraoni sugli Arabi, i Siriani, gli Ittiti. Non lungi di là, nel «gran tempio», si trova il famoso «muro numerico», pagina di annali di cui una parte fu depositata al Louvre da Champollion e che si conosce ormai nella sua integrità, grazie agli scavi di Mariette. Allo stesso esploratore si deve la scoperta di una lista geografica di 628 nomi di popoli e di luoghi scolpiti su piloni: fra le tribù enumerate se ne sono potute identificare parecchie della Fenicia e della Palestina, dell’Assiria e di altri paesi più lontani, dell’Asia, dell’Etiopia, della «regione dei Profumi» che si stende sul litorale africano, al sud del mar Rosso; vi si sono pure decifrati nomi che si riportano a quei paesi lontani dei grandi laghi, che ai dì nostri gli Speke, i Grant, i Baker hanno scoperto per la seconda o la terza volta.
| |
Tolomei Colonne Seti I Egitto Faraoni Arabi Siriani Ittiti Louvre Champollion Mariette Fenicia Palestina Assiria Asia Etiopia Profumi Rosso Speke Grant Baker
|