TEBE. — COLOSSI DEL RAMESSEUM. Disegno di Benoist, da una fotografia del signor Béchard. [vedi figura 581.png]
porta il nome di Bilan-el-Moluk o «Porte dei Re»; essa offre pure un aspetto grandioso per le sue scogliere nude rigate da fessure verticali; da una parte e dall’altra si aprono le tombe reali. Verso l’estremità della gola si penetra nella stanza funeraria di Seti I, scoperta da Belzoni nel 1818: è uno dei monumenti più curiosi per bassorilievi dipinti, di cui l’uno rappresenta le quattro razze del mondo: Retu, Amu, Nahesu, Tamahu, vale a dire Egiziani, Asiatici, Negri e Libici, che camminano in processione al funerale di Seti. All’apertura della gola, tra la collina di Kurah e quella di Assasif, Mariette ha scoperto, nel 1859, la mummia d’una regione(803) Aahhotep, probabilmente la madre del re Amete o Amosi, i cui gioielli depositati ora al museo di Bulaq, sono di un’arte meravigliosa: i gioiellieri moderni dichiarano anzi che essi non potrebbero più imitarli(804). È probabile che il papiro di Ebers, il libro «ermetico» contenente la farmacopea degli Egiziani del tempo dei Tolomei, provenga pur esso da una tomba di Assasif. All’ovest della collina principale, non lungi da un’altra collina, Sceik Abd-el Kurnah, forata di gallerie come una miniera, una cappella funebre, Deir el-Bahari, che servì probabilmente di chiesa ai cristiani, occupa un seguito di terrazze; sulle loro mura rovinate, Mariette ha messe in luce interessanti sculture rappresentanti vari soggetti storici, fra gli altri la spedizione navale inviata dalla reggente Atsopsitu nel paese del Punto, vale a dire l’Arabia meridionale o la regione dei Somali.
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