In una delle altre quattro tombe, quello di Rekhmara, sono raffigurate egualmente scene etnografiche relative al paese del Punto. Una vicina grotta ha di recente rivelata ai signori Maspero e Brugsch, i quali la cercavano da lungo tempo, tutta una serie di mummie reali fra le quali quella di Amete I, di Tutmesi III, il conquistatore dell’Asia anteriore, di Ramsete II, il leggendario Sesostri dei Greci, di Seti I, costruttore della sala ipostile(805). Intiere collezioni possedute dai musei d’Europa sono provenienti dagli ipogei di Tebe. Dall’alto delle colline di rottami si abbraccia con uno sguardo l’insieme del monumenti in «pietre eterne» innalzati da Seti e dai Ramsete.
ENTRATA DELLA VALLE DELLE TOMBE REALI. Disegno di Taylor, da una fotografia del signor Béchard. [vedi figura 583.png]
La gran curva che il Nilo descrive verso l’Oriente a valle di Tebe e le larghe breccie che s’aprono da questa parte attraverso i monti «arabici» nella direzione del mar Rosso, dovevano assicurare a quella parte della valle una importanza commerciale di primo ordine; ma il mercato non si tenne sempre nel medesimo luogo; rovinate dalle guerre o devastate dai conquistatori, le città dovettero rinascere ogni volta a qualche distanza dal luogo precedente. In questa regione, Kubti, la Coftos dei Greci diventata oggidì l’umile villaggio di Guft o Koft, fu la prima città di traffico or fanno cinque mille anni, sotto l’undecima dinastia; essa fu persino la rivale di Tebe, come residenza reale; sino all’eccidio dei cristiani, che si fece sotto Diocleziano, essa rimase il deposito delle derrate importate in Egitto per la via del mar Rosso dal porto di Berenice.
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