La città di Abu Girg, presso il Nilo e sulla ferrovia, ha tenuto dietro come importanza a Behneseh, situata al nord-ovest sul Bahr-Yusef, in mezzo alle rovine dell’antico Pams-jat, l’Oxyrrhinchos dei Greci, o città del «Pesce dal muso aguzzo». Maghaga e Fechn si succedono, poi viene Beni-Suef, capoluogo di provincia e città commerciale, che possiede qualche fabbrica di stoffe; colà si trovano in più gran numero da tempo immemorabile quei forni serbatoi o «covatrici artificiali», che furono per secoli un’industria particolare dell’Egitto. Beni-Suf succede all’antica Eracleopoli, che fu capitale sotto la nona e la decima dinastia, e della quale si veggono le rovine all’ovest, attorno al villaggio di Ahnas-el-Medineh; gli è da Beni-Suf e dalle stazioni vicine, nella direzione del Cairo, Buch-Cora e El-Uasta, che partono i viaggiatori per visitare il Fayum. Da El-Uasta penetrano direttamente nel centro della provincia per un tronco di ferrovia; ma dalle due stazioni meridionali, essi entrano nel Fayum per la breccia che tracciano le acque del Bahr Yusef e che fiancheggiavano i monumenti eretti dai Faraoni.
Alla stessa porta della stretta, presso il villaggio di El-Lahun (Illahun), che ha confermato il suo antico nome egiziano di Lo-Hun, o «Bocca del canale», si vedono gli avanzi della diga a chiuse, che tratteneva le acque del lago Meride; più lungi si innalza una piramide, oggi ammasso informe, che si crede sia stata costruita da Amenemha III, sotto il regno del quale si fece il grande serbatoio lacustre.
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