L’attuale capitale, Medinet El-Fayum, che fu la residenza di piacere dei mammalucchi, è una delle più animate e delle più originali dell’Egitto, e anche una delle più graziose; i suoi giardini porgono in abbondanza frutti e fiori, fra i quali quelle ammirabili rose che sono la gloria ed insieme la ricchezza del Fayum, traendone i Cofti partito per fabbricare la vera essenza. Al nord di Medinet, Senhures è pure una città importante del Fayum. Le campagne adiacenti al «ricco paese del Mare», conquistate un tempo su Tifone, come dire sul deserto, dal benefattore Osiride, il dio simbolico delle acque del Nilo, producono molto grano, cotone, mais, zucchero, e tutta una rete di ferrovie riunisce le raffinerie del bacino alla rete principale; ma si sono dovute abbandonare diverse coltivazioni in causa della salinità crescente del suolo, bagnato in modo insufficiente dalle acque di irrigazione. I vigneti, che coprivano una parte del territorio di sette villaggi al diciassettesimo secolo(828), sono scomparsi.
Presso l’estremità meridionale di Birket-el-Kerun, il «Lago delle Corna» o «Lago dei Secoli», nel quale si accumulano le acque sovrabbondanti dei canali d’irrigazione, gradatamente sature di sale, si vedono le rovine di un tempio, chiamato Kasr-Kerun, o il «Castello delle Corna»: si crede che esso occupi il luogo dell’antica Dionisia. Al sud del lago, la pianura si estende in lontananza verso l’Uadi-Reyan, di cui certe parti separate da un lato dal lago delle Corna, si trovano a 83 metri disotto dell’entrata del Bahr-Yusef a El Lahun(829). In quest’avvallamento il signor Cope Whitehouse cercava il lago Meride!
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