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      La fondazione d’Alessandria, poi la nascita del Cairo sulla riva destra del fiume, con vantaggi geografici pari a quelli di Menfi, resero inutile l’esistenza di questa città; i suoi marmi e i suoi graniti furono trasportati ad Alessandria; i suoi materiali meno preziosi servirono a fabbricare le città vicine; essa si frazionò in villaggi di fellahini. Non resta più che un nome dato al monticello Tell-Monf, ed ivi presso due statue colossali di Ramsete II. L’immensa necropoli di Menfi, di una superficie di più centinaia di chilometri quadrati, accolse già a milioni, mummie d’uomini e di animali.
      La sabbia portata dal vento di Libia ricopre senza dubbio ben altri monumenti. Nel 1850, Mariette, avendo notato la testa di una sfinge di granito che un soffio di vento aveva liberata, ebbe l’idea che lì presso trovavasi forse il viale del Serapeo descritto di Strabone e tosto si mise alla ricerca. Le sue previsioni erano giuste; con iscandagli fatti ad uguale distanza sopra una lunghezza di 200 metri e spinti fino a 20 metri di profondità, egli scoprì infatti un viale ove erano ancora 141 sfingi e che terminava in un emiciclo di statue rappresentanti i grandi uomini della Grecia; poi penetrava a sinistra in un tempio egiziano edificato da Nectanebo, e più lungi trovò a destra l’entrata dei vasti sotterranei che costituiscono la tomba di Api; era così dimostrato un fatto previsto dalla scienza, ma non ancora provato che il dio Serapide o Osor-Apis, era il bue Api dopo la sua morte, vale a dire l’incarnazione di Osiride.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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