Un palazzo che si innalza nelle vicinanze, è il centro della fattoria dell’«Uadi», demanio di circa 10,000 ettari, fatto coltivare per parecchi anni dalla Compagnia del Canale di Suez. Presso l’estremità orientale dell’Uadi-Tumilat, altri monticelli, simili a quello della Gran Rupe, quelli di Tell-el-Maskhuta, ricordano la ricca Pithom, la «città dei tesori», fabbricata dai prigionieri ebrei per Ramsete II. Il signor Naville ha di fresco frugato quei residui, che si credeva fossero quelli della città di Ramsete, ma che appartengono ad una città sorella, probabilmente vicina, costruita alla stessa epoca e dagli stessi schiavi; al tempo dei Greci e dei Romani, Pithom era nota sotto il nome di Hero e Heroopolis. Là vicino, a Nefis, la via di Suez ed il canale d’acqua dolce si dirigono verso il sud-est, mentre un ramo va a raggiungere al nord-est, sulla riva del lago Timsah, la nuova città di Ismailia, che, al
N. 104. — ENTRATA DELL’UADI-TUMILAT, TELL EL-KEBIR. [vedi 104.png]
tempo dei lavori del canale, ebbe una grande importanza come centro di approvigionamento; essa è troppo vasta oggi giorno per la sua rara popolazione; le sue piazze sono deserte, e le strade ombreggiate dagli alberi, orlate da giardini, rassomigliano più ai viali di un parco che a vie destinate al traffico. Però Ismailia potrebbe ripopolarsi se l’acqua, condotta da un canale di acqua dolce, fosse adoperata più largamente alla fecondazione dei terreni dell’oasi, conquistata sul deserto; il canale non è altrimenti utilizzato per la navigazione, quantunque abbia una profondità normale di 3 metri ed una lunghezza di 55, sufficiente per lasciar passare navi da 400 tonnellate.
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