Alcune navi venute dal canale di Suez sono sempre ancorate nel porto, e la rada è sparpagliata da grossi bastimenti(854). Da Ismailia a Porto-Said per il canale, una sola stazione merita il nome di villaggio, el-Kantara, o il «Ponte», così chiamato da un ponticello che si trovava in quel luogo su di uno scolo, tra il lago Ballah ed il lago Menzaleh. Posto su di un istmo, fra spazi inondati, el-Kantara era il luogo di passaggio obbligato dalle carovane sul cammino d’Africa in Asia: vi passa ogni anno qualche migliaio di cammelli, che si dissetano in grandi serbatoi scavati dalla Compagnia, vicino alla riva del canale. All’ovest del villaggio si deve scavare nel letto del lago Ballah una grande stazione di scambio per i battelli a vapore.
Porto-Said, città nuova come Ismailia, ma in piena via di prosperità, grazie al movimento crescente della navigazione nel canale, è posta sulla stretta spiaggia sabbiosa che separa il lago Menzaleh dal Mediterraneo. La creazione di questa città sopra un punto battuto dalle onde, a 40 chilometri da una sorgente di acqua dolce, da un segno di coltivazione, dal minimo boschetto di alberi, è uno dei trionfi dell’industria moderna. Fra la gran rada ed i bacini interni del porto, la città si compone di una cinquantina di isolotti, separati gli uni dagli altri da lunghe vie tagliantisi ad angoli retti; le case costruite in legname, in mattoni, in ferro, sono per la maggior parte depositi di derrate e di provviste diverse, così ricchi e così ben forniti come quelli delle città d’Europa.
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