Non lungi dalla stazione, un «tell» di macerie, situato, come la città attuale, sulla riva destra del Nilo di Damietta, è quanto rimane dell’antica Athribis. Mit Ghamr e Ziftah, che si fanno riscontro l’una l’altra sulle due rive del fiume, sono fra le più popolate del delta. Più in basso, sulla riva destra, Samanud, la Sebennytos dei Greci, patria dell’illustre Manetone, ha nelle sue adiacenze, gli avanzi di un tempio, l’Iseum di Tolomeo Filadelfio, indicato oggidì sotto il nome di Behbeit-el-Hagar. Mansurah, la «Vittoriosa», che si mostra poscia sulla riva destra, non ha antichi ricordi, ma è una delle città più commerciali e più industriali dell’Egitto, e la capitale d’una provincia; ivi Luigi IX cadde in potere dei musulmani; vent’anni prima, nel 1221, i crociati erano stati vinti nel luogo medesimo, ed è per ricordare la loro sconfitta che la città era stata fondata. A Mansurah, un torrente, il Bahr es-Sogheir, sfugge al Nilo per gettarsi nel lago Menzaleh, che esso divide in due bacini con una penisola di alluvioni, e, presso l’estremità di quella penisola bassa, attorniata da stagni, si succedono le due città di Menzaleh e di Matarieh, popolate di pescatori miserabili, che sono, come il loro tipo dimostra, secondo Manette, i discendenti degli Hiksos. Il profitto della pesca è quasi interamente accaparrato dagli sceicchi di Matarieh: alcuni di cotesti personaggi sono milionari(859).
N. 106. — PALUDE DI SAN. [vedi 106.png]
Damietta, o Dumiât che dà il suo nome al Nilo orientale, è rimasta la più gran città delle sue rive.
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