L’antico lago sacro non è più che uno stagno.
A valle di Dessuk, dove una ferrovia attraversa il fiume, e le cui fiere vengono superate in animazione soltanto da quelle di Tantah, la graziosa città di Fuah, o della «Robbia», dai numerosi minareti, è posta sulla riva destra del Nilo, quasi in faccia all’entrata del gran canale navigabile di Mahmudieh, che si dirige verso Alessandria. Fuah, che fu la rivale del Cairo al quattordicesimo secolo, non ha più le coltivazioni che le hanno dato il suo nome, ma essa ha qualche industria per la fabbricazione dei tarbusci. Presentemente, Fuah la cede come importanza a Rescid o Rosetta, la capitale della provincia, posta sulla riva sinistra del fiume ad una quindicina di chilometri a monte della foce. Rescid, città araba fondata nel nono secolo, ebbe come Fuah un periodo prospero; nello scorso secolo, il suo porto era il più frequentato dell’Egitto, e da tutti gli scali del Levante le navi di cabotaggio venivano a caricarvi il riso, che è ancora la principale derrata di esportazione del paese(862). La città è circondata da magnifici giardini in mezzo ai quali si sono spesso trovati avanzi di costruzioni antiche; quasi ogni casa di Rosetta è ornata di qualche frammento di colonne, marmo, porfido, o granito. La famosa «pietra di Rosetta», che fu il punto di partenza delle maggiori scoperte linguistiche e storiche, grazie alla scienza divinatrice di Champollion, fu trovata nel 1799 dall’ingegnere Bouchard, della spedizione di Egitto, a qualche distanza al nord della città, là dove si innalza il forte Giuliano.
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