Questa preziosa inscrizione trilingue in onore del «Figlio del Sole, Tolomeo immortale», fu ceduta agli Inglesi per capitolazione regolare e depositata al Museo Britannico. Allorquando le acque del fiume sono basse, il mare affluisce nello sbocco di Rosetta sino a monte della città, e gli abitanti devono contentarsi dell’acqua salmastra che si trova nelle pozzanghere.
All’ovest del Nilo di Rosetta, tutto l’angolo occidentale del delta è irrigato dalle acque derivanti da quel ramo del fiume: il canale di Mariut, quello di Abu-Dibab, il fossato di Damanhur, il Mahmudieh e le loro innumerevoli derivazioni percorrono quella pianura e vanno a scolare nel lago di Mariut e di Edku. Damanhur, gruppo di borgate numerose, è la capitale di questa regione di coltivazioni, dove i fornelli delle officine da sgranare il cotone non sono meno numerosi dei minareti. Fra Damanhur ed Alessandria, un istmo stretto riunisce i termini del delta al cordone litorale, e strada, ferrovia e canali sono da una parte e dall’altra protetti da argini contro le acque del lago di Abukir e quelle del Mariut. Questo passaggio è la porta dell’Egitto; perciò, quando scoppiò la recente insurrezione dell’esercito, Arabi pascià aveva chiuso quell’entrata del delta sbarrando la strada da una riva all’altra colle linee di Kafr-duar; in luogo di forzarla, il generale inglese preferì imbarcarsi repentinamente col suo esercito per farlo entrare da una porta opposta, quella dell’Uadi-Tumilat.
Al nord dell’istmo di Kafr-duar, un altro cordone di stretto territorio che le acque circondano ai due lati, e che serve in pari tempo ad una ferrovia, unisce Rosetta alla penisola di Alessandria, passando per la piccola città di Edku (Edkô), circondata da dune.
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