All’uscita del lago di Abukir, il Maadieh, vale a dire il «Guado» o «Passo», ricorda il corso dell’antico ramo Canopico del Nilo, la più occidentale delle sette diramazioni del fiume. Canope, che diede il suo nome al ramo fluviale, non ha lasciato che rovine incerte su di un terreno sovente rimaneggiato dalle acque. In tutta la parte del cordone litoraneo vicino alla breccia di Maadieh, le sabbie ricoprono i resti di costruzioni più antiche; alcuni villaggi, Mandarah, Abukir, sono in parte fabbricati con quei materiali. Abukir, posto in riva alla baia dello stesso nome, probabilmente nel luogo dove si trovavano Zephyrio ed il tempio di Arsinoe Afrodite, è un piccolo porto assai attivo, ma assai più celebre per i ricordi della storia che per il suo traffico. Davanti ad Abukir Nelson annientò, nel 1798, la flotta francese e tagliò così ogni comunicazione tra i conquistatori dell’Egitto e la loro madre patria. Un anno più tardi Bonaparte distruggeva nella penisola di Abukir un esercito turco appena sbarcato.
Alessandria, una delle grandi città commerciali del mondo e la seconda città d’Egitto e dell’Africa intera per il numero dei suoi abitanti, è pure notevole per l’originalità della sua forma, d’altronde ben mutata dall’epoca in cui il conquistatore macedone, or fanno ventidue secoli, diede al borgo di Rhacotis il nome famoso che la città ha portato d’allora in poi. In quel luogo della costiera, il cordone litoraneo roccioso, prolungantesi dal sud-ovest al nord-est, fu rotto da due breccie; e così si formò un’ isola al riparo della quale ancoravano le navi dei Fenici e dei Greci: era l’isola di Faro, già citata da Omero.
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