Allorchè Dinocrate costrusse la città di Alessandria, egli non innalzò i templi ed i palazzi sulla riva continentale che si inoltrava in punta nella direzione dell’isola, lontana di circa 1400 metri; ma uno dei primi Lagidi, Tolomeo Sotero, riunì l’isola alla terra ferma con una diga, detta dei «Sette Stadi», attraverso la quale due canali mantenevano le comunicazioni fra le due metà della baia, ormai divisa in due parti. Il
N. 108. — ABUKIR ED ALESSANDRIA. [vedi 108.png]
canale si è gradatamente ostruito e si è allargato l’argine, senza dubbio in causa degli interrimenti marini, e sovratutto per lo scarico delle navi greche ed italiane, che, per tutto il medio evo, venivano, cariche di pietre, nel porto di Alessandria(863); ai dì nostri, l’Eptastadio è trasformato in una lista di terreno di una lunghezza di 1200 metri dalla città antica alla parte nord-orientale dell’antico Faro; ivi si trova oggidì la «città turca», un vero dedalo di stradicciuole ineguali ed oblique, attraversato da alcuni larghi viali moderni. L’isola, diventata penisola, è stata coperta di costruzioni, case particolari, caserme, depositi e palazzi. All’estremità sud-occidentale s’innalza la grossa torre del faro moderno, che succede alla «meraviglia del mondo», il celebre Faro di Tolomeo Filadelfio, monumento di marmo bianco in forma di piramide a gradini, innalzato una volta all’altra estremità dell’isola: Masudi, che vide ancora le rovine del monumento, dice che la sua altezza era di «quattrocento cubiti»; secondo Mahmud-bey, esso avrebbe avuto più di 110 metri.
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