Tutto il servizio militare si fa ora da soldati inglesi, il cui numero oltrepassava 13,500 uomini alla fine del 1884; anche constabili speciali furono introdotti dall’Inghilterra. Ufficialmente, la flotta comprenderebbe una dozzina di vapori con circa 2,000 uomini di equipaggio.
La nazione, avrebbe torto di contare sulla autonomia promessa: quantunque possegga una costituzione in quarantanove articoli, essa non nomina delegati e non è consultata sotto alcuna forma. L’assemblea dei rappresentanti convocata annualmente sotto il regno di Ismail, per dare il suo avviso sulla ripartizione del bilancio, ha cessato di riunirsi. È certo però che il sentimento nazionale si manifesta costantemente in Egitto, quantunque il paese sia diventato, per forza, parte integrante del mondo europeo: i padroni stranieri avranno sempre più a fare i conti, non solo colla colonia degli Europei del continente, ma anche colla popolazione indigena, trascinata anch’essa dal movimento delle idee moderne.
Il gran dignitario dell’Islam per i musulmani egiziani è lo sceicco-el-Islam di Costantinopoli, ed il governo inglese, modificando le leggi del paese senza domandare la sanzione del capo dei credenti, ha commesso una deroga completa alle tradizioni; la principale autorità religiosa nel paese stesso appartiene al capo dei dottori dell’Università di El-Azhar. La Chiesa cofta «giacobita» o nazionale, è regolata dal patriarca di Alessandria, il quale, malgrado il suo nome, risiede sempre al Cairo. È scelto fra i monaci, come i patriarchi della Chiesa ortodossa russa; i preti non entrano negli ordini che ammogliati, ma diventati vedovi non possono riprendere moglie; così pure è proibito di unirsi alle vedove dei preti.
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