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      Izzet bey rispose che, non avendo mezzo d’impedire lo sbarco, non poteva che protestare.
      Dopo ciò, fra il colonnello Saletta, comandante il corpo d’occupazione ed il colonnello egiziano, comandante la guarnigione di Massaua, si convenne sul modo di eseguire l’occupazione, e si affisse in città, tradotto in arabo, un proclama del contrammiraglio Caimi. Alle 3 pomeridiane, ora propizia per l’alta marea, cominciò lo sbarco delle truppe, che durò fino alle 7 di sera, col massimo ordine e senz’ombra di resistenza. Mezza compagnia del corpo reale equipaggi, che dall’«Amedeo» era trasbordata sul «Gottardo», prese possesso del forte di ras Mudur. La «Garibaldi», giunta in porto alle 3 pomeridiane, sbarcò una compagnia dello stesso corpo, che si attendò sulla penisola di Gherrar; nella stessa località si attendarono due compagnie di bersaglieri e l’artiglieria; mezza compagnia di bersaglieri prese possesso della gran guardia al palazzo del governatore; un’altra mezza compagnia occupò il forte Taulud; la quarta compagnia bersaglieri si divise fra i due forti di Otumlo e di Moncullo. In tutti i punti occupati venne inalberata la bandiera italiana accanto all’egiziana.
      Come complemento della prima spedizione, salparono da Napoli il 12 febbraio, e giunsero a Massaua il 27, altri 2 ufficiali e 73 uomini di truppa, 68 cavalli e muli, materiali vari d’artiglieria e del genio, nonchè viveri e foraggi. Più tardi, essendosi stimata insufficiente la forza che si trovava a Massaua, venne decisa una seconda spedizione a quella volta.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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