In una escursione avvenuta il 10 gennaio 1886, per parte dei predoni abissini dell’Agamè, regione a sud-ovest del monte Sovayra, i basci buzuc di quel presidio presero bravamente parte al combattimento coi nostri soldati; ed uno di loro, certo Abd-el-Cader Bida Mariam, che vi rimase gravemente ferito, fu decorato della medaglia d’argento al valor militare.
La nostra convivenza, a Massaua, con gli Egiziani durò dieci mesi. Quando, nel settembre 1885, si pensò di dare unità alla nostra azione nel mar Rosso, concentrando nelle mani di un ufficiale generale il comando delle forze di terra e di mare e la direzione di tutti i servizi civili in Africa, parve venuto il momento di far passare nelle nostre mani l’intera amministrazione di Massaua. Le savie disposizioni prese dal generale Genè, in conformità delle istruzioni impartitegli dal Governo, fecero sì che il passaggio si compiè con la stessa facilità con cui si era eseguita dieci mesi prima l’occupazione militare. Gli Egiziani non fecero alcun ostacolo; consegnarono i pubblici uffici, la polizia, le carceri e si ritirarono dai corpi di guardia, che furono occupati dai nostri. Con un proclama agli abitanti, che porta la data del 2 dicembre 1885, il generale Genè notificava che da quel giorno assumeva la direzione superiore d’ogni servizio e dei singoli uffici nella città e dipendenze. La bandiera egiziana, che sventolava accanto alla nostra, non fu più inalberata. La truppa regolare egiziana fu imbarcata su di un piroscafo della Società Chediviale che trovavasi in porto, pronto alla partenza.
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