— La zona di costa occidentale del mar Rosso occupata o protetta dall’Italia, oppure sottoposta alla sua sovranità, si stende da Emberemi, villaggio a nord di Massaua e da essa poco discosto fino al limite meridionale, non ben definito, del territorio di Raheita, al sud d’Assab.
Sul primo tratto di costa, che da Emberemi in giù, rasentando gl’isolotti di Massaua, disegna la baia d’Archico e quindi, superato ras o capo Ghedem, quella più grande d’Adulis (Annesly) l’Italia tiene presidi militari ad Emberemi, Massaua e dintorni (Taulud, Gherrar, Abd-el-Cader, Otumlo, Moncullo), Archico, Arafali e Macalillè(893). Attorno ai presidi italiani si agglomerano le popolazioni che cercano riparo contro il flagello delle razzie. Basta che si sparga la voce dell’arrivo di qualche banda di predoni, perchè gl’indigeni accorrano da ogni parte coi loro bestiami, cioè con quanto posseggono, per mettersi sotto la protezione della bandiera italiana, che per essi vuol dire sicurezza e giustizia(894).
Il gruppo delle isole Dahlac, in faccia a Massaua, note per la pesca delle perle e delle madreperle, forma anch’esso parte del territorio occupato.
Due vie conducono da Massaua a Emberemi. Una rasenta a ponente il cimitero europeo, s’interna in una gola tagliata nelle colline a nord-ovest del campo di Gherrar e sale quindi sull’altipiano dove sta Emberemi; l’altra passa pel villaggio di Otumlo e quindi, attraversando le stesse colline, giunge sull’altipiano. Le due vie si congiungono a circa mezz’ora da Emberemi.
| |
Rosso Italia Emberemi Massaua Raheita Assab Emberemi Massaua Archico Ghedem Adulis Annesly Italia Emberemi Massaua Taulud Gherrar Abd-el-Cader Otumlo Moncullo Archico Arafali Macalillè Dahlac Massaua Massaua Emberemi Gherrar Emberemi Otumlo Emberemi
|