Il commercio delle perle e delle madreperle, che si pescano nelle isole Dahlac e sulla costa dancala, merita un cenno speciale. La pesca delle perle, che è già considerevole (rappresenta un valore annuo di più di un milione di lire), darà un frutto maggiore quando saranno bene studiati i giacimenti di conchiglie perlifere e la pesca sarà regolata con norme razionali. Le perle, come l’oro, sfuggono alla sorveglianza doganale; il valore medio delle madreperle esportate da Massaua è di circa lire 300,000 all’anno con un provento doganale di lire 28,000. Le madreperle vanno in genere a Trieste, da dove pare sieno spedite a Vienna per esser lavorate. In una relazione fatta al Governo italiano nel 1886 sulla pesca nelle isole Dahlac, il direttore della dogana di Massaua mostrò come sarebbe utile che si costituisse in Italia una società per l’esercizio ordinato di tale industria.
Allo sviluppo del commercio coll’Abissinia si oppongono ostacoli che non è in nostro potere rimuovere. I prodotti più ricchi di quella regione son quelli delle provincie più lontane da Massaua, e questi stenteranno a prender la via del nostro possedimento, finchè le comunicazioni saranno così difficili, finchè continuerà a dominarvi l’arbitrio dei capi delle provincie. Le vie in Abissinia sono sentieri scavati dalle acque, o tracciati dal secolare passaggio delle carovane, che nella stagione delle pioggie, devono arrestarsi finchè non sia possibile passare a guado i corsi d’acqua. Il sistema feudale, per cui i capi delle provincie sono pressochè indipendenti e spesso in lotta fra loro o col Negus, lascia alla rapacità ed all’arbitrio campo libero di vessare il pacifico commercio(896). L’avvenire commerciale di Massaua, dal lato dell’Abissinia, si collega dunque coll’avvenire politico-economico di quel regno; e non vi è certo chi vorrebbe sostenere che esso debba rimanere immutabile.
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