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      Apparteneva tuttora allo Stato la parte di suolo pubblico non occupata da costruzioni di privati. Per contro, tutto il terreno aperto di ras Mudur e di Taulud era di esclusiva proprietà del Governo, il quale ne aveva venduto a piacimento degli appezzamenti a prezzi molto limitati, sotto la condizione che ne venisse fatta la costruzione in muratura entro il termine di due anni a partire dal giorno dell’acquisto; in tal caso, gli acquisitori si trovavano nella identica condizione dei proprietari fondiari di Massaua. Se questa condizione non veniva adempita, ne seguiva la penalità del decadimento dall’ottenuta concessione. Tutti i nuovi proprietari di terreno, prima di metter mano alla costruzione degli edifizi, dovevano presentarne un piano ed ottenerne l’approvazione da un ingegnere governativo, incaricato dell’igiene, della viabilità e dell’edilizia. Basta però gettare uno sguardo in Massaua per vedere che nessuno osservava questa prescrizione.
      Al servizio postale col mar Rosso si è finora provveduto, secondo le occorrenze, con disposizioni provvisorie. Dopo l’occupazione di Massaua, cresciuto il bisogno di più celeri corrispondenze e di più facili scambi commerciali, si pensò di stipulare con la «Società di Navigazione generale italiana» una convenzione per un servizio postale e commerciale fra Suez e Aden; la convenzione fu presentata al Parlamento, ma la Camera non prese nessuna deliberazione. Il nuovo servizio, che costerebbe all’erario 480,000 lire all’anno, sarebbe settimanale da Suez ad Aden, con approdi a Suakim, Massaua ed Assab, ed accelererebbe di circa cinque giorni il corso attuale delle corrispondenze.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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