La divisione dura tuttodì.
Quando Ailù Malacot salì al trono, a 22 anni, ne aveva però fatta una grossa. Aveva appena 15 anni, allorchè in una festa di corte, eccitato da ripetute libazioni di idromele e di arachi, costrinse una giovane schiava di sua madre, che in quel momento gli parve assai bella, a giacere con lui. Dopo alquanti mesi, la spensierata follia del figlio ebbe le naturali sue conseguenze, e la madre, con la frusta, costrinse il figliuolo a confessare l’error suo, sebbene in realtà la sposa fosse piuttosto brutta. Il neonato fu allevato con gran cura, perchè un monaco aveva predetto a Sella-Sallassiè, che il figliuolo che al suo primogenito nascerebbe da una schiava e doveva chiamarsi Menilek, sarebbe stato il conquistatore di tutta l’Etiopia e diventato il più gran re della terra. Frattanto Ailù Malacot, si era proclamato Negus dello Scioa, ma la cresciuta dignità del nome poco giovò alla sua fortuna e a quella del regno. Assalito dall’imperatore Teodoro, egli vide i Galla insorgere quasi tutti, mentre il fratello di lui, governatore di una provincia, e il capo di un’altra sdegnosamente lo abbandonavano. Così lo Scioa giacque di nuovo, e nel nord prevalsero i luogotenenti di Teodoro, nel sud i Galla, mentre, morto Ailù Malacot a trent’anni, il figliuoletto unico rimasto di lui veniva condotto prigioniero nel Goggiam. Ma le guerre continuarono sia tra i luogotenenti, sia tra alcuni di essi che momentaneamente prevalevano a Teodoro, sino a che Menilek, che l’imperatore aveva educato con gran cura, dandogli in isposa una figliuola, nel 1865 riusciva a fuggire dalla corte amarica, e col generoso aiuto della regina degli Uollo-Galla, che teneva il trono pel figliuolo, riuscì ad entrare nello Scioa, dove ebbe festose accoglienze e provvide subito a raccogliere un esercito.
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