Laonde appena Johannes ebbe vinti gli Egiziani, non trovò resistenze efficaci nell’impresa di punire Menilek delle sue aspirazioni alla corona d’Etiopia, e ridurre lo Scioa all’antico vassallaggio. Menilek ordinò una leva in massa per resistere all’invasione di Johannes: ma essendosi questi presentato con forze preponderanti, nel marzo 1878 Menilek chiese la pace, ricusata dapprima, a prezzo dell’indipendenza. Così egli s’appagò definitivamente del titolo di Negus, lo Scioa venne limitato dai fiumi Bascilò a nord, Abai all’ovest, Hauash all’est ed al sud, e si obbligò a pagare un annuo tributo, ad accettare la religione dell’impero e a bandire il Massaja. I due eserciti e i loro capi fraternizzarono per molti giorni, con riviste clamorose, banchetti pantagruelici, e d’ogni maniera di dimostrazioni di gioia, fino a che Johannes tornò nel suo regno, sicuro che oramai Menilek non volgerebbe più gli sguardi verso i confini settentrionali.
A quel tempo lo Scioa aveva una superficie di 74,000 chilometri quadrati, fra i fiumi Bascilò a nord, Abai sino al confluente del Mugher ad ovest, Hauash a sud e ad est, sino al confluente col torrente Millè. Sotto l’aspetto fisico-orografico è una continuazione del grande altipiano etiopico, sovrastato del pari da alti monti. L’altezza delle vette varia fra 3500 e 3800 metri, e di circa 1000 metri più bassa è la media elevazione degli altipiani. A nord lo chiude da un lato, a guisa di anfiteatro, l’alpestre paese degli Uollo-Galla, il quale dà origine da un lato al fiume Tacazzè, dall’altro al Bascilò. Ambedue questi fiumi scorrono dentro a valli profonde, che in pochissimi punti e per lo più a fatica possono essere valicate.
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